martedì 25 maggio 2010

OnTheRoad - dal Barolo al Chianti - le tappe



Tutto quello che siamo lo portiamo con noi nel viaggio. Portiamo con noi la casa della nostra anima, come fa una tartaruga con la sua corazza. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l'uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l'uomo deve poter viaggiare.
Andrej Arsen'evič Tarkovskij

Così scriveva Tarkosvskij e, a sentir lui, ciò che Mr R e io serbiamo nel profondo delle nostre anime è una sterminata distesa di vigne. E tavole imbandite. E paesaggi incredibili che tolgono il respiro.

In questo post, il primo della (spero) lunga serie OnTheRoad, troverete un veloce, per quanto possibile, resoconto delle tappe effettuate durante il nostro passaggio a nord. Le recensioni le potrete leggere nei prossimi interventi.

Maggio, 20
Ore 10.00
Destinazione : ALBA (CN)

Sarebbe bello poter scrivere: partiamo da Roma alle prime luci dell'ALBA. Avrebbe un che di poetico e introdurrebbe l'argomento. Sarebbe però terribilmente falso.
Scriverò dunque: partiamo da Roma quando l'ALBA è già passata da un pezzo. Corretto.
Il viaggio che ci attende non è dei più brevi, ma siamo in vacanza ed è tutto perfetto. Roma alle 10 del mattino è il solito bellissimo casino. Lo smog è adorabile. La fila sulla tangenziale Est: un' emozione inarrivabile.
Gina, il nostro navigatore satellitare, da informazioni su tempi di percorrenza, itinerari e orario d'arrivo. Mi sistemo dal lato passeggeri, osservo per un pò Mr R guidare di buona lena, mi addormento all'altezza di Orvieto e mi sveglio alla prima delle tre fermate effettuate durante il viaggio: Firenze Certosa. Poi Modena e Piacenza. L'arrivo ad Alba Gina lo ha previsto intorno alle 16.30 e sugli orari dovete lasciarla stare: la ragazza non sbaglia mai.
Ed è sempre lei a guidarci fino a Via Torino 6, l'indirizzo del BandB La Terrazza sulle Torri dove abbiamo prenotato per le prime due notti. La strada è a pochi metri dal centro, davanti a noi la fabbrica della Ferrero manda continui olezzi golosi di Nutella ed affini


Le camere sono moderne, luminose, equipaggiate con ogni comfort: dal Wi-Fi all'aria condizionata, dai pulsantini elettrici per aprire e chiudere ogni cosa fino alla doccia con sedile e base in legno. Siamo molto soddisfatti


Lasciamo i bagagli e scendiamo ad Alba. Il paese è molto carino: aree pedonali in centro e  graziosi palazzi bassi.


Alla fine del corso principale la vista si apre sulle colline: da lì cominciano le desolate langhe ma prima di perderci in tutto quel verde dovremo pazientare ancora un pò.
Prenotiamo la cena nel ristorante Lalibera, consigliato dalle guide e da Lorenzo, proprietario del BandB e aspettiamo che arrivino le 8 sorseggiando spritz ai tavolini di un bar. Dopo cena un breve passaggio in piazzetta per rum e vodka, poi finalmente conquistiamo il letto, addormentandoci in tempi da record.

Maggio, 21
Ore 09.00
Destinazione: Torino, Rivoli

Al nostro risveglio, nel piccolo soggiorno comune de La terrazza sulle torri,  ci attende una tavola apparecchiata e imbandita con pane, biscotti, marmellate, caffè, tè e dolci fatti in casa. Ci nutriamo e carichiamo Gina per la nuova destinazione: EATALY Torino. Gina però non riconosce tutte le strade intorno ad Alba, ci invita a fare un paio di inversioni ad U sulla superstrada e vede rotatorie ovunque, anche lì dove non ce ne sono, ma alla fine, verso mezzogiorno, eccoci in città.
Non ci addentriamo in centro, non ne abbiamo tempo. O forse lo avremmo pure ma Mr R e io siamo attirati  da una specie di enorme campo magnetico in via Nizza 230, nella sede de :"Il più grande centro enogastronomico del mondo, dove poter comprare, mangiare e studiare cibi e bevande di alta qualità", così dice il cartello.


Trascorriamo non meno di quattro ore per i corridoi ricolmi di eccellenze, mangiamo in uno dei tanti ristorantini, compriamo libri, spezie, dolci, pasta, tonno, vino, birre e molto altro per la modica cifra di 200 e passa €.

Con Gina sempre più confusa riprendiamo la strada per Alba. Nel percorso ci lasciamo cullare dal panorama: le colline del Roero ci accompagnano con infiniti toni di diversi colori in questa splendida giornata di sole


Tornati al nostro BandB ci concediamo un breve momento di relax, breve veramente perchè poco dopo siamo già pronti per partire e stavolta la destinazione è ancora più lontana di Torino: Rivoli. A vedere il Castello? No. A visitare il Museo di Arte contemporanea? mi sarebbe anche piaciuto, ma No.
Sempre il cibo, cari navigatori, è la nostra chimera e non potevamo mancare l'appuntamento con il famoso e stellato Chef Davide Scabin al suo Combal.Zero, nella suggestiva cornice della antica residenza sabauda. 


Spioncini nascosti, cancelli elettronici, eleganza e gentilezza, vista mozzafiato ma questa, navigatori, è un'altra storia. Una storia che è durata almeno 4 ore e del viaggio di ritorno non ricordo nulla, per fortuna che c'erano Gina e Mr R che collaborando, a volte litigando, mi hanno fatto ritrovare nel comodo letto per l'ultima notte ad Alba.

Maggio, 22
Ore 9.00
Destinazione: Langhe Desolate

E' il momento di lasciare La terrazza sulle torri. Salutiamo Lorenzo e la simpatica moglie, ringraziamo per l'ottima accoglienza e paghiamo 90€ per ogni notte, spesi bene. La prima tappa del nostro giro nelle langhe è Barolo. Con qualche difficoltà riusciamo a raggiungere il bellissimo paesotto e visitiamo l'Enoteca Regionale del Barolo, niente per cui varrebbe la pena morire.


Subito dopo raggiungiamo l'azienda agricola di Giacomo Fenocchio, produttore di ottimo vino. Si trova nel comune di Monforte d'Alba, nei vigneti di Bussia, Cannubi e Villari. Ci accoglie con le sue  bellissime figlie e ci coccola per qualche ora raccontandoci i suoi segreti, facendoci assaggiare vino direttamente dalle botti e vendendoci diverse casse di Barolo, Barbera e Arneis: e già. Non abbiamo potuto resistere.


Riprendiamo la macchina sempre più carica e ci dirigiamo verso Sinio, dove l'Azienda agricola e Agriturismo Il Trifulau ci ospiterà per il pranzo e la notte. Da raggiungere è un'impresa non da poco e l'accoglienza ci sembra un tantino spaesata. Comunque il posto è bello, immerso nelle vigne con vista su Serralunga d'Alba e il pranzo non è niente male: Tajarin al ragù di carne, Ravioli del Plin con burro e salvia, Scaloppe al tartufo nero e asparagi. Tutto annaffiato con il vino della casa (ossia prodotto da loro), un discreto vino biologico.


L'operazione Trifulau al completo ci costerà 113€. Nel pomeriggio abbiamo appuntamento con un altro produttore: Franco Boasso, Azienda agricola Gabutti, Serralunga d'Alba. Anche lui gentile come si trova di rado, pronto a farci assaggiare i suoi gioielli e a guidarci nelle cantine. L'acquisto di altre bottiglie è d'obbligo e tra valige, cibi eccellenti e casse di barolo, in macchina non entra più neanche uno spillo.


Il sabato pomeriggio nelle langhe è molto tranquillo, si vedono piccoli gruppi di turisti, vecchietti seduti fuori dalle case e nei rari bar, ristoranti in attesa di clienti. Ma presto e a nostre spese, ci rendiamo conto che la cena del sabato sera qui è una cosa seria. Guida Slow Food delle Osterie d'Italia alla mano cominciamo a chiamare in ogni locale segnalato, spaziando per tutti i paesi dei quali abbiamo letto indicazioni lungo la strada ma nessuno ha un posto a sedere per due, nessuno tranne uno, che ci ha risposto positivamente poco prima di perdere le speranze: Cascina Schiavenza
Anche questa è un Azienda agricola, anche gli Schiavenza producono vino, allora perchè no: Schiavenza sia. Dietro la Chiesa di Serralunga d'Alba, il ristorante è in una posizione incantevole con un terrazzino che si affaccia direttamente sulle vigne. Mangiamo (molto bene) e rientriamo al Trifulau. Domani saluteremo le langhe lasciando un pezzetto d'anima in questi luoghi con la promessa, come sempre in viaggio, di tornare, ancora e ancora.

Maggio, 23
Ore 9.00
Destinazione: Castelnuovo Berardenga (Siena)

Il viaggio dura 5 ore e Gina lo sa. Ma quello che non sa Gina è che Mr R ha accumulato un pò di rancore verso di lei, rancore destinato ad esplodere quando la voce petulante dell'apparecchio ci segnala un'uscita dell'autostrada anziché un'altra. Mr R segue l'indicazione e ci ritroviamo proprio dove avevamo attentamente evitato di essere all'andata: l'autostrada che passa per Genova, la Spezia e procede verso Livorno. Gallerie infinite, lavori in corso, rallentamenti ogni 2 kilometri e tanto stress. Ma alla fine della strada è il paradiso ad attenderci, anche se noi non lo sappiamo ancora.
Dopo varie pause caffè eccoci a Siena. Seguiamo per Arezzo fino all'uscita di Castelnuovo. Quella che stiamo cercando è una località di nome Pacina e Gina stavolta si riscatta guidandoci sapientemente.
I colli senesi sono verdi, pieni di vigne, olivi, coltivazioni di cereali e fiori. Antichi casali nascosti dagli alberi si intravedono ad ogni curva ma il posto dove stiamo andando va ben oltre ogni  aspettativa. Pacina è un convento del 1000 dove vivono Stefano e Giovanna con i loro figli. Insieme gestiscono un'Azienda agricola che produce, tra le altre cose, un eccellente vino biologico: Chianti dei colli senesi. A pochi passi c'è il Casale dove dormiremo. Ve lo mostro perchè le parole servono a poco:

 

e gli interni (con piscina, palestra, biliardo...)


Molliamo i bagagli disordinatamente e ci buttiamo nell'acqua calda della piscina interna, ci siamo solo noi in tutto il casale, di questo ringraziamo gli Dei, i Buddha della terra e Bacco. A ognuno il suo.
Il pomeriggio lo passiamo a Siena, ma i nostri cuori sono rimasti al casale di Pacina e dopo una cena molto discutibile all'Hosteria il Carroccio siamo già di ritorno. Ci sdraiamo a guardare le stelle sulle panchine di marmo nel giardino, sorseggiamo un pò del vino che nasce da quella terra e ascoltiamo grilli e ranocchie, qualche rapace notturno e il nostro respiro, niente altro.

Maggio, 24
Ore 9.00
Destinazione finale: Roma

E' finita. Boccadirosa è disperata ma deve accettare la realtà. Si torna a casa e per un bel pò non ci si sposterà dalle quattro mura del microloft. Ma prima di partire manca ancora una cosa: la visita alle vigne e cantine di Pacina. L'umore si risolleva, gli occhi e le orecchie si concentrano di nuovo e con Stefano al nostro fianco siamo pronti alla gita.
Dietro al convento c'è la distesa di vigne coltivate dall'Azienda Pacina, sui colli senesi. Stefano ci spiega ogni passaggio della produzione del vino biologico e i sensi che abbiamo a disposizione completano le informazioni grazie al contatto diretto. 

 

Assaggiamo ancora qualcosa ma sono solo le 9 del mattino, forse è meglio rimandare. Ci vengono regalate altre bottiglie da portare a casa e questo è confortante. Abbiamo decine di litri di vino a ricordarci di questo viaggio e quando hai visto la terra dove nasce l'uva, hai parlato con chi la coltiva e hai sentito l'odore della cantine dove riposa, l'emozione in bocca è davvero un'altra cosa. 
Salutiamo Giovanna e Stefano e riprendiamo la via che ci riporta a casa. 
Nella memoria conservo odori e sapori, colori e sensazioni che queste terre magnifiche mi hanno lasciato e osservo la vita tornare a scorrere col suo ritmo normale, ma mai annoiato
navigatori. Ci sono troppi cibi ancora da mangiare, troppi vini da assaggiare e una serie infinita di viaggi da programmare!

A presto
Boccadirosa

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