martedì 27 aprile 2010

I MAGNIFICI SETTE


Il tempo scorre un pò come gli pare.
Da ieri è già passato un mese e oggi sarà domani prima che tu riesca a dire: buongiorno.  
Ciò accade in particolare se vivi sotto la dura legge del sei su sette. Sei li passi chiuso in un posto che in genere è sempre lo stesso a fare più o meno le stesse cose e sette, quel miserabile e patetico sette,  muore ogni volta schiacciato dal peso di mille aspettative.
A volte però, una o due volte l'anno, ecco che il sette si trasforma in una serie di situazioni azzeccate e divertenti, un susseguirsi di cose fatte e da fare che rinnovano la speranza di avere una vita e di poterla vivere. I magnifici sette, navigatori.

Domenica, primavera piena.
Arrivo sgommando con il motorino, le finestre del microloft sono spalancate. Mi esibisco nel fischio segreto di Mr R ma lui non si affaccia, forse a causa di un improvvisato secret show dei Tool dentro al soggiorno. Allora salgo e lo trovo già operativo ai fornelli: in una piccola pentola stanno bollendo le patate in pezzi e alcune fave private della buccia aspettano il loro turno in una ciotola. Una Ceres mezza piena (o mezza vuota?) riposa sul tavolo e c'è ancora un pò di pizza rossa tagliata per fare un pò di aperitivo. Apro il frigo e ci trovo dentro una bottiglia di champagne:


Con richiesta scritta in carta bollata mi faccio accordare il permesso di aprire la bottiglia, osservo Mr R agitare una padella mentre la Perle du Mesnil di Peters mi traghetta delicatamente all'ora di pranzo. In onore della primavera e aspettando il 1° Maggio questo il primo che Mr R ha preparato:

Tonnarelli fave, pecorino e prosciutto cotto al forno.


Sono in evidente imbarazzo di fronte alla mantecatura perfetta, all'equilibrio tra gli ingredienti, al sapore che esplode nella mia bocca e faccio domande cretine tipo: "a che ora c'è la partita?", oppure: "hai sentito l'ultimo singolo dei Gorillaz?", per mascherare l'emozione che questo piatto mi scatena.
Ma non finisce qui.
Il forno è acceso, un odore mi accarezza le narici: 
Medaglioni di vitella in crosta di parmigiano con patate saltate e broccoli


Mi tuffo sul secondo con una foga veramente poco femminile: la crosticina di burro e parmigiano ricopre la morbida vitella addizionando al gusto delicato della carne quello più deciso e saporito del formaggio. Una cosa erotica secondo me.
Parte integrante di un pranzo così buono è il riposino pomeridiano: caricata la sveglia e spente le luci, lasciamo che il letto sostenga il peso dei nostri corpi per il resto del pomeriggio.

Al risveglio il programma è già stampato. Litigandoci il bagno riusciamo ad essere pronti in una mezz'ora, saltiamo sul motorino e arriviamo in Via del Babbuino per entrare nel tempio del lusso più sfrenato. Una volta l'anno vale la pena mettere il naso in questo postaccio, anche solo per leggere il menù. Massimo D'Addezio, capobarman dello Stravinskij bar all'Hotel de Russie di Roma, non è lì ad accoglierci, perchè dovrebbe, ma una squadra di camerieri ingiacchettati sì, e con il massimo dell'eleganza. Ci fanno accomodare ad un tavolo affianco a quello di una famosa Ministra. Il cortile è bellissimo, pieno di piante, sui tavoli delle piccole candele colorano di giallo l'atmosfera rendendola molto suggestiva. C'è quiete, parlano tutti sottovoce, prima di ordinare scelgo con attenzione il timbro della voce e scandisco le parole cercando di non indugiare sui congiuntivi. Arrivano una serie di stuzzichini:

Chips misteriosamente assortite


Mozzarelline, verdure crude e pizza


Poi Olive nere e le classiche patatine. Lo Stravinskij è famoso per i suoi Cocktail Martini. Uno in particolare veniva servito con un cucchiaio di Beluga a parte. Dopo alcune vicende relative al caviale, il Beluga è stato sostituito con il caviale di soia. Come non provarlo?

de Russie (Vodka) Martini con caviale di soia


Sono incuriosita da queste palline verde militare ed è incredibile quanto il sapore ricordi in effetti le famose uova di pesce, certo "ricordare" non vuol dire "essere", ma è comunque un'esperienza interessante. Mr R sceglie un bicchiere di Champagne ma a causa del tasso alcolico del mio Vodkatini non ne ho memorizzato nome e cognome. Chiedo scusa ai navigatori.
Dopo il secondo giro siamo pronti per lasciare l'Hotel non senza però aver visitato i bagni.
La cartina tornasole di qualsiasi posto aperto al pubblico è il suo bagno. E' in questi luoghi che il vero carattere del locale viene messo a nudo e i parametri sono ovviamente la pulizia, la grandezza, le luci e l'arredamento.

Bagno delle signore
presso Stravinskij, Hotel de Russie


La mia immagine riflessa nello specchio dorato sembra più bella, o forse più ricca, ho quasi timore ad aprire l'acqua. Dietro di me due porte celano i segreti più intimi dell'Hotel, quale scegliere...


Vado in quello di destra, perchè ho la parte sinistra del cervello più sviluppata (?), ed ecco cosa c'è dietro



Un cesso. Un gran bel cesso, ma pur sempre un cesso. Faccio quello che di solito si fa in questi casi e torno da Mr R per osservare la sua straordinaria calma nel pagare un conto più salato delle uova di soia. 
Ultimo appunto su questo raffinatissimo bar: il primo Vodkatini era leggermente allungato (il segreto di questi cocktail sta nella capacità del barman di eseguire tutti i passaggi senza far sciogliere il ghiaccio) e il conto è arrivato sbagliato. Ci hanno consegnato una bellissima scatolina nera con all'interno uno scontrino caricato di 25 €. Gaffe e scuse  da parte dello staff.

Di nuovo in motorino. Voliamo da una parte all'altra della città, la serata non è finita e siamo pronti per una nuova avventura. Dalle giacche e cravatte di Via del Babbuino ai pantaloni larghi calati fin sotto le mutande del Pigneto: è il bello delle grandi città. Miriadi di ragazzetti e ragazzette con cani al guinzaglio, motorini, stranieri di ogni provenienza che passeggiano lenti per l'area pedonale del quartiere e ristoranti con i tavolini fuori che inaugurano la stagione in quella che sembra essere la prima vera serata calda dell'anno. Scegliamo il nostro tavolo sulla pedana del ristorante Primo e stavolta ad accoglierci è proprio lo chef Marco Gallotta. Non abbiamo realmente fame, ma davanti al menù da poco rinnovato io e Mr R non sappiamo resistere e ordiniamo quanto segue:

Carciofo affumicato, stracciatella di Andria, misticanza e noci


Crocchetta di baccalà mantecato


Involtino di vitella con spadellata di asparagi, patate, fave e piselli


Insalata di bollito




Stavolta veramente niente da eccepire allo chef: tutto quello che abbiamo assaggiato era buonissimo, in particolare gli involtini di vitella ripieni e arricchiti da alcune spezie che non siamo riusciti ad individuare. A bagnare il tutto Mr R ha scelto un ottimo Tocai Friulano, questo:




Ancora due piccoli Perusìn (ovvero l'amaro della volpe che fuggì nel bosco e non fù mai ritrovata), due piccoli Vodkatonic, una paio di tozzetti e finalmente ci dichiariamo vinti.
Questo il racconto di uno di quei rari magnifici sette. Ogni tanto vale la pena combattere contro il tempo, riempirlo di piaceri, cospargerlo di desideri per poi ritornare al punto di partenza ma con qualcosa  da aggiungere al bagaglio prezioso delle esperienze vissute, altrimenti (citando l'insegna di una famosa birreria in Trastevere), Ma che siete venuti a fà?

A presto Navigatori
Boccadirosa

mercoledì 21 aprile 2010

Un post a tavola n° 4 - Economia domestica


I soldi non comprano la felicità (banale? Sì, lo so, ma fatemi dire).
I soldi muovono il mondo ma non rendono nessuno veramente felice. Questo perchè quei pezzi di carta luridi e puzzolenti non sono moneta di scambio per l'amore, l'amicizia o la comprensione.
Però, ed è un però bello grosso, i soldi portano me e Mr R a cena fuori.
I navigatori più attenti e affezionati avranno notato che da un pò di tempo le uscite a cena di Boccadirosa e friends sono drasticamente ridotte. Il motivo è che quando la sfiga chiama, il soldo risponde o, mettiamola così, se non risponde è un gran casino:
e si rompe la macchina e si rompe il motorino e scadono tutte le assicurazioni all'unisono, poi multe, bollette, compleanni, matrimoni, rinnovo della patente, tasse una tantum. Il tantum verde è finito, il caffè terminato, dal tubetto del dentifricio non esce più niente (fattene una ragione, inutile che continui a premere), il detersivo per piatti è ridotto a un sospetto. 
Per farla breve: la vita a volte richiede uno sforzo economico che implica delle rinunce e tra le cose rinunciabili, ahimè, ci sono anche loro: ristoranti costosi e ricercati con direttori in giacca nera e sommelier a disposizione. 
Quindi eccoci: io e Mister R affronteremo la domenica romana (quella del derby) con il compito di nutrirci splendidamente da soli, cucinando con le nostre (SUE) sante manine.

Si parte da qui.

Erano settimane che giravo intorno al concetto di risotto martellando delicatamente il mio compagno di av(s)venture con una serie di messaggi poco subliminali del tipo: "...quello zafferano nella credenza non l'abbiamo mai usato, vero?", oppure: "quanto ci vuole a fare il brodo?", ecc. In effetti qualcosa deve essere arrivato perchè a svegliarmi è il rumore dell'acqua che borbotta sul fuoco. Mi affaccio curiosa alla pila di alluminio e scorgo carote, cipolle, patate e sedano che, agonizzanti, nuotano nell'acqua bollente.
Di Mr R nessuna traccia e sul tavolo c'è una bottiglia:




Mentre aspetto di capire cosa bolle in pentola (quello era brodo vegetale, intendo in senso metaforico) rimango affacciata alla finestra, rapita da un gruppo di artisti impegnati a dipingere murales proprio sotto casa nostra






Mentre il ragazzo col piumino nero continua a sbombolettare, ecco rientrare Mr R con le borse della spesa: carciofi, coniglio a pezzi, asparagi, pancetta non affumicata, parmigiano e burro. Mette su un disco dei Pearl Jam e comincia la danza tra il tavolino e i fornelli: pulisce i carciofi, li taglia, li ripone in una pentola con acqua e limone per non farli annerire, poi mette a rosolare il coniglio, seziona la pancetta, cuoce gli asparagi e li frulla per metà lasciando intatte le cime, quindi comincia a trafficare col brodo, con il riso, con il burro e infine unisce i vari ingredienti tra loro. Dopo circa una mezz'ora di questo armeggiare siamo seduti in tavola pronti a gustarci il nostro quasi frugale ma decisamente ottimo pranzo homemade. Questo il menù:


Risotto con asparagi e pancetta croccante




Coniglio con carciofi





Mr R non è del tutto soddisfatto: la pancetta poteva essere più sottile e croccante, i chicchi di qualità migliore, i carciofi  più saporiti e con foglie meno dure. 
Boccadirosa è appagatissima: il risotto ha una consistenza terribilmente golosa ed esplode nel palato con sapori distinti e perfettamente armonici. Il coniglio è buonissimo così come la salsina misteriosa (la non salsina, la salsina di cottura, la salsina magica, fate voi) che lo lega ai carciofi.
Un pranzo notevole a costi contenuti con tanto di artisti a portata di finestra e calici colmi di Montepulciano Pepe '01. Che altro desiderare? 

Il piacere della tavola è di tutte le età, di tutte le condizioni sociali, di tutti i paesi e di tutti i giorni; può associarsi a tutti gli altri piaceri e resta ultimo a consolarci della loro perdita. 


Anthelme Brillant-Savarin

A presto navigatori,
Boccadirosa

venerdì 9 aprile 2010

Le sette vie della gioia n°1: Felici Veramente.



 


Cos'è che ci rende felici. 
Felici Veramente.
Non sto parlando di un piccolo momento di gioia strappata alla noia quotidiana
nè tanto meno di qualche istante di adrenalina in un abisso di azioni sempre uguali.
No.
Parlo di un'emozione profonda, accogliente, sincera.
Parlo di un motivo per scattare in piedi ogni mattina, una ragione per lottare e superare gli ostacoli più difficili, di una speranza reale, concreta che trasformi ogni istante di vita in forza propulsiva.
Qualcuno la cerca tra le pagine di un libro di filosofia, qualcun'altro si affida alle religioni, ai santoni, ai maghi, persino agli oroscopi. 
C'è herbalife, pilates, lo yoga, la medicina ayurvedica, i tupperware. 
C'è l'amore, la cocaina, l'eroina, il sesso estremo, lo sport estremo, l'estremo Oriente.
C'è il calcio, la Formula 1, il Moto mondiale, i mercatini dell'usato, il volontariato, Rino Gaetano.
Abbiamo la pittura, la poesia, i libri di ricette, il vino biodinamico, l'esercito.
I soldi, la politica, i francobolli, internet, scambi di coppia, coppiette di cavallo, cacioricotta.
C'è l'i-pod, l'i-pad, l'i-phone, le chat, la Buddità.
Traveling, Snorkeling, Footing, Outing e, per i più sofisticati, Parkour.
Ogni giorno rovistiamo avidi tra tutto quello che questo mondo incasinato ci offre per trovare qualcosa a cui appartenere, qualcosa in cui credere che sia per sempre.

Ebbene io, Boccadirosa, l'ho trovato.
Ho scoperto dove risiede la mia natura più profonda e dove si annida la gioia infinita che tanto ho cercato nei posti più strani e nei luoghi più nascosti:

rullo di tamburo

ancora un pò di rullo...

(fatte a mano da Mr R e cotte secondo l'antico rituale della grigliata di pasquetta sotto la pioggia)

La mia vita sarà diversa da ora in poi, grazie a tutti coloro che mi hanno accompagnato fino a questo punto del mio percorso.

Un abbraccio sincero ai navigatori
Boccadirosa