Vi presento qualche amico.
Wolf. Giubbetto rigorosamente di pelle, capello corto sparato, intelligenza da vendere e tanto buon gusto guidato dall'unica Dea: golosa e insaziabile curiosità.
Perla: lei ha l'orecchino. In pochi ce l'hanno, lei ce l'ha. Non è certo un'esperta di vino o stravizi culinari ma il suo giudizio è interessante sempre, in ogni occasione, pure fosse una mensa di barboni allestita per la notte di Capodanno.
Lubi. Ah! Se ne sa, Lubi. Lubi sta con Perla e Perla sta con Lubi: sono il perfetto Tao. Luce e ombra, aceto e zucchero, ogni contrasto di arte pura che vi sovviene alla mente.
Boccadirosa, Wolf, Perla e Lubi sono a cena al Pastificio, nel quartiere San Lorenzo di Roma. Mister R lavora stasera, Boccadirosa è sempre un po’ smarrita senza di lui ma darà del suo meglio.
Ore 20.15. E' una serata semplice, infrasettimanale.
Il posto è semi-deserto. Ci accolgono una serie di camerieri, cuochi, addetti all'aperitivo, barman e proprietari. Sono tutti in piedi accanto all’ingresso della cucina. Come attori di teatro sono in attesa che il sipario si alzi o che qualcuno gridi: 5 minuti! Siamo noi, in questo caso, a bussare al camerino.
Ordiniamo, prima ancora di sederci comodi, tre Franciacorta. La mescita delle bollicine è tutt’altro che ampia ma seduti senza bere per 15 minuti alcuni di noi non sanno stare.
La premessa è che Perla è quasi astemia mentre Lubi è costretto all’astinenza quindi del vino me ne occupo io e Wolf, sempre per la sua golosa e insaziabile curiosità, segue.
Dall’ampia-ma-non-troppo-e-un-po’-cara carta dei vini, scelgo Bradisismo 2005, Cabernet Sauvignon e Merlot: 38€
Consci tutti che avrei postato qualcosa su questo blog, ci guardiamo intorno. Io per prima, per questo detta Boccadirosa, noto che alcune sedie di un tavolo sul fondo assomigliano tanto a quelle da giardino nella casa in campagna dei miei genitori, del tipo: “Mario! Porta qualche sedia che quelle belle nere e comode che abbiamo non bastano!” , poi Lubi mi invita a guardare più attentamente ed in effetti la predisposizione dei tavoli risulta un po’ sciatta: Mario di ‘ste sedie ne ha portate parecchie, in netto contrasto con il resto dell’ampia unica sala.
Ad ogni modo siamo divertiti perché l’atmosfera è carina e cordiale. Ci lanciamo quindi nelle ordinazioni. Pronti?
Antipasto di Uovo in camicia, poi in carrozza e con carciofi in salsa non bene identificata ma a base sempre d’uovo. Fa scopa? Forse un po’.
Quattro piccoli crostini con mozzarella di bufala e prosciutto di Parma.
Wolf, responsabile dell’ordinazione dell’uovo in camicia in carrozza ecc. ecc., dice che è buono, abbastanza buono: “buono ma la salsa è un po’ pesante, meno male che il pecorino risolva un po’”.. questo dice Wolf.
I crostini sono come li faremmo noi a casa col prosciutto del GS e la mozzarella del bangla sotto casa consegna a domicilio, anche di notte.
Ci arriva poi l’entrèe dello Chef: pappa al pomodoro con mozzarella di bufala. L’idea l’abbiamo trovata bellissima, il gusto meno accattivante dell’idea.
Non vi ho detto del cestino del pane! Beh quello niente male: diversi tipi quasi tutti fatti da loro, serviti una sola volta ad inizio pasto in una ciotola di alluminio dell’Ikea. Buono, dico davvero.
Poi i primi: Lubi sceglie uno Spaghetto ajo e ojo, cime di rapa e gamberi rossi. Perla invece si getta con entusiasmo, raro per lei (orecchino, ricordate?), sui Ravioli di burrata, crema di broccoli e colatura di alici. Buffo da raccontare ma anche qui il loro contrasto artistico è inarrivabile: Spaghetti di Lubi un po’ salati e carenti di gamberi mentre Ravioli di Perla sciapi in un eccesso di salsina poco saporita. Devo confessare che dai Ravioli ci saremmo aspettati qualcosa di più mentre gli Spaghetti, se pur saporiti, a modo loro erano interessanti. Plauso allo Chef, peccato per il sale.
Secondi: Boccadirosa, viziata e godereccia ovvero io, mi sono avventata sul “Nostro Hamburger” che conoscevo, confesso, già molto bene. Non lo trovate nel menù, non più, ma provate a chiederlo. E’ un’esperienza golosa veramente accattivante. Va un po’ di moda come concetto, lo so, ma il loro è davvero buono. Ottima qualità della carne, pane morbido e delicato, salse homemade e chips (sfoglia di patate) a side.
Wolf, che avrebbe poi protestato, a ragione, per il ritardo nella consegna del suo piatto, si è lanciato nella Guancia di Manzo brasata e rosmarino con qualcosa a base di castagne. Cito testuale:
“Ma sì. Buona. La carne è cotta bene, morbida. Solo che non sento le castagne. E’ tutto un po’ troppo… delicato…”
Queste le opinioni a questo punto:
Perla: Bella atmosfera, carini loro, educati. Però rumoroso, troppo.
Lubi: Rumoroso ma almeno al tavolo riesci a parlare. Peccato per quelle sedie da giardino e per il sale sulla ajo e ojo.
Wolf: vino buonissimo, morbido, alcolico quanto basta. Piatti da lavorare meglio. Cestino del pane più buono dell’antipasto.
Boccadirosa: AH! Io non saprei. Ho mangiato qui altre volte, l’impressione è più o meno la stessa: la sala lavora bene, pur in totale assenza di regia (direbbe Mister R), le pretese sono alte, i costi pure. Capita comunque di stare bene qui. Il salone aperto è familiare, a tratti confortante e più diventa vissuto (il locale ha aperto da pochissimo) e più la scopa che aveva conficcata su per… ups… boccadirosa si scusa, insomma qul loro modo di tirarsela un po’ tende a svanire. Vediamo cosa faranno, cosa inventeranno, No? Mister R sarebbe più severo, lo so.
Comunque, navigatori miei. Prezzo Finale: 160 euro, compresi soufflè di cioccolato fondente (direi il loro cavallo di battaglia) e Crème Caramel alla liquirizia (poca liquirizia a sentir Lubi)
Potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere!
A ritrovarci
Boccadirosa
Potrebbe anche nevicare....
RispondiEliminabella recensione, mi sono divertito molto a leggerla. ho mangiato anche io al pastificio e confermo le vostre sensazioni. tutto sommato pretenzioso e non economico. cucina maldestra, servizio modesto. c'è davvero di meglio in giro...
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