
Cozza pelosa, per quanto possa sembrare, non è un insulto.
"E' una cozza che cresce a 40 metri di profondità - ci spiega Omar, e Johnatan aggiunge - O si odia, o si ama per sempre"
Bene.
Io e Wolf abbiamo sposato la causa della cozza pelosa e visto che oggi è San Valentino, è proprio all’amato mollusco che dedico questo post. Ma procediamo con ordine.
Telefono a Wolf verso le cinque del pomeriggio. Siamo tutti eccitati per la visita alla ormai nota pescheria-osteria e ci accordiamo sull’orario. Alle 19.30 il rombo aggressivo della moto del mio amico annuncia il suo arrivo. Inforco il mio liberty e partiamo alla volta di via Tiburtina, schiaffeggiati da un freddo impietoso, ognuno sulla sua due ruote. Subito dopo il ponte svoltiamo a sinistra su via delle Cave di Pietralata, la pescheria ampia e completamente aperta sulla strada è lì subito a destra.
Ci accolgono i due fratelli di Civitavecchia, Johnatan e Omar.
Il locale è luminoso e ben arredato. Il lato sinistro è dedicato alla pescheria vera e propria, sulla destra invece ci sono tavoli e sgabelli intorno allo splendido bancone allestito per l’aperitivo. Io e Wolf siamo senza fiato. Balbettiamo qualcosa sul vino che Johnatan traduce con un Funtanaliras, Vermentino di Gallura, 2008. I nostri occhi, i nostri cuori e gran parte delle papille gustative sono rapiti dal pesce in esposizione: ostriche di diverse misure, ognuna delle quali ha un nome (tipo fin de claire o speciales), fasolari, cannolicchi e cozze di vario tipo, tra cui le divine pelose. Quindi il trionfo di carpacci: da quello di salmone con kiwi e finocchio al tonno marinato al limone e pepe rosa. Poi pesce spada affumicato, scampi crudi e soutè di tartufi in zuppa di cereali e legumi dello Chef Enrico Sebastiani.
Tutto questo ben di Dio ce lo ritroviamo apparecchiato sul nostro tavolo: un piatto con i crudi e a lato una splendida conchigliona bianca piena di ghiaccio tritato sul quale sono adagiate tre ostriche, due cozze pelose e un fasolare.
Wolf si impegna in una conversazione anche importante su vita, amore, amici ecc., io provo a stargli dietro rispondendo a tono ma la verità è che entrambi siamo catturati dal gusto inarrivabile del pesce: dall’erotismo dell’ostrica alla delicatezza della zuppa passando per le meravigliose cozze che sanno di mare vero, quello dove ti portavano da bambino, quello ancora azzurro senza buste di plastica e schiuma galleggiante.
Ragazzi, un’esperienza veramente inebriante.
Felici come due delfini a zonzo nell’oceano lasciamo la pescheria-osteria spendendo meno di cinquanta euro in due (non lo so con esattezza perché Wolf mi ha impedito di collaborare alla spesa), salutiamo e ringraziamo i due fratelli civitavecchiesi e finiamo la serata con Avy (diminutivo di Avatar) e Micia da Remigio, regno dello champagne, del vino e della tartare al coltello (via di S. Maria Ausiliatrice, Roma), ma questa, navigatori miei, è un’altra storia.
Un consiglio per San Valentino: volete essere originali? Basta con le rose, regalate solo Cozze Pelose.
Boccadirosa
Ps. Non lo faccio quasi mai ma oggi ne vale la pena:
Pescheria “dal Sor Duilio” alias Osteria del Pescato
Chiuso il lunedì e il giovedì.
Via delle Cave di Pietralata 44-46
Roma
Aperitivo consigliato (oltre il venerdì e il sabato) il martedì.
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