Ah... l'amore.
Spero che ognuno di voi l'abbia potuto incontrare, almeno una volta.
Però aspettate, non parlo dell'amore che si costruisce nel tempo, lentamente. Quello che cresce con parole e carezze e vita vissuta fino a vincere ogni resistenza.
No. Parlo di un altro tipo d'amore.
L'amore a prima vista, navigatori.
Esplode senza preavviso, ubriaca di appartenenza, parla ad una intimità nascosta negli abissi segreti ed è come se quella persona, quella cosa, quell'emozione l'avessimo disegnata mille volte nei nostri sogni.
Io l'ho provato, sapete.
Ho amato Tim Burton dal primo fotogramma in cui sono inciampata e tuttora è un amore infinito, il mio per lui. Ho amato i Tool per un solo feedback che ho sentito uscire dagli amplificatori di Adam Jones e ho chiaro il ricordo della voce di Maynard Keenan quando sussurrò nelle mie orecchie ancora vergini di lui facendomi promettere eterna fedeltà.
Poi Trent Reznor, Layne Staley, Kurt Vonnegut, Bret Easton Ellis. Alda Merini, Los Angeles, mia madre, mio padre, il mare della Grecia. Gli squali, il Mac, le braccia di Mr R, Tarantino. Chuck Palahniuk, Attila il mio cane, Roberto Benigni, Jonathan Safran Foer, i miei cugini. Spiderman, i cavalli, la Fondue Bourguignonne, la vodka. La carne alla brace, il Brunello di Montalcino, i vini piemontesi, l'albero di Natale. La neve, la danza Maori, il Sutra del Loto, i broccoletti ripassati. Gli amici, il gelato, i Riesling, lo schermo di un cinema. I vampiri, Barcellona, la pizza, Emir Kusturica, Batman, lo Champagne.
I prati inglesi, le candele, l'aperitivo preso in spiaggia dopo una giornata di sole, la doccia prima di andare a dormire. Cucinare per la persona che ami, suonare la chitarra sulla rampa delle scale perchè lì l'acustica è migliore e cantare.
Imparare ad usare il diaframma, saperlo muovere ed infine mangiarlo, il diaframma. Esatto.
E' di Pannicolo che stiamo parlando, navigatori, di chi se non lui.
Non ricordo di averlo mai assaggiato prima di oggi: rettangoli di carne rossa morbidissima, così ricca di proteine che ti sembra di sentirle in bocca mentre mastichi e il sapore è unico, denso, deciso. Mr R ha cotto il pezzo di Fassone piemontese prima in padella e poi con il calore del forno insieme alle patate con il quale lo ha servito.
All'inizio c'è stato un omaggio ai sughi di "nonna", quelli cotti per tante di quelle ore da assumere il tipico colorito rosso-arancio da scarpetta. Ottimo.
Cannolicchi rigati al sugo di spuntature
Il vino: Ciro Picariello, Aglianico Zi Filicella 2007
Che dire, navigatori, una giornata importante questa: ho una nuova passione da nutrire, un nuovo amore da aggiungere alla lista e coltivare e vi prometto che ne avrò massima cura e che non lo tradirò, finché morte non ci separi.
A presto
Boccadirosa
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