martedì 9 marzo 2010

Un Post a tavola n°2 - Anatre e Paperi



Domenica di inizio Marzo. 
Location: casa del Signor Bocca e della Signora Rosa
Interpreti: Signor Bocca, Signora Rosa, Mister R, Boccadirosa, Attila.

C'è poco da dire, il sangue non mente.
Magari un pochino, voglio dire non del tutto.
Mettiamola così: se l'amore per il vino e per il cibo sono contenuti in un qualche gene ereditario, ebbene io l'ho ereditato. Se anche l'arte del cucinare rientra nei caratteri trasmissibili, diciamo che è stato trasmesso ma forse mi serve un pò di esercizio. E pazienza. E metodo.
Ok per ora ho solo il Pedigree ma lo voglio incorniciare e appendere nella parete più bella.

Ore 13.00: arriviamo a casa della Signora Rosa.
Attila, un beagle pazzo come pochi altri al mondo ci corre incontro al cancello. E' lui a scortarci fino all'ingresso per poi tentare impunemente la conquista degli alloggi. Stavolta riesce ad intrufolarsi fino alla cucina poi Bocca Senior lancia un grido scomposto e Attila corre fuori casa con l'espressione di chi sta per riprovarci: datemi cinque minuti, stupidi umani.

Dopo un inizio dedicato al come stai, come va, cosa fate di bello, ci sono novità e così via, stappiamo lo champagne e ci sediamo a tavola per l'antipasto:
Marguet Blanc de Noirs Brut nelle coppe (provenienza Remigio) e polentine al forno con baccalà mantecato nei piatti.
O dovrei dire stoccafisso. Non avendo chiara la differenza tra le due bestie ho indagato ed ecco il risultato:
Baccalà. Merluzzo bianco (pesce dal corpo affusolato presente nei mari del Nord) conservato sotto sale.
Stoccafisso. Merluzzo artico norvegese conservato per essiccazione (senza sale). E' simile al baccalà seppure dal sapore differente, in Italia settentrionale viene chiamato bacalà.



Quindi stoccafisso mantecato. Buono. Davvero tanto buono. Il sapore delicatissimo, la consistenza a tratti sensuale, il colore di un bianco opaco disarmante. Poco. Io e Mister R abbiamo scoperto un piccolo scrigno segreto in un angolo della cucina con altro bacalà e come Lupen e Margot siamo riusciti a trafugarne un paio di cucchiaiate extra. 
 
Arriva il primo: fettuccine Campofilone con pancetta affumicata di Liberati, funghi porcini, prezzemolo e parmigiano: molto buono e molto tradizionale. Cosa c'è di meglio di un piatto di fettuccine la domenica a pranzo?


Ma il piatto forte deve ancora essere servito.

Tra una portata e l'altra, Bocca Senior traffica in cucina. Ci arriva un continuo rumoreggiare dei piatti che sbattono, di utensili che cadono, suonerie di diversi timer e ordini impartiti alla Signora Rosa che cerca di arginare i danni.
Per quest'ultima portata anche Mister R decide di collaborare assistendo Bocca nel complicato atto di tagliare ed impiattare. Ma cosa? si chiederanno i navigatori.
Ebbene loro: i magnifici petti d'anatra (provenienza, manco a dirlo, Liberati)
La ricetta è quella classica al vino rosso: la carne, prima ben rosolata poi passata al forno, è ora disposta nel piatto come una tagliata e ricoperta di patè caldo di fegato d'oca (misto, ci tiene a sottolineare Bocca S.) al Madeira.
A lato: cipolline in agrodolce e carciofi cotti in padella preparati da Rosa.
Siamo estasiati. La carne di questo uccello acquatico ha un sapore unico: selvaggio sì, ma allo stesso tempo sofisticato. Il matrimonio con il patè è combinato bene, ma ancor di più sono le cipolline che ne esaltano le caratteristiche, le cipolline più buone che io abbia mai mangiato, perfettamente compatte e cotte ad arte, dolci al punto giusto. 
La signora Rosa mi ha raccontato la ricetta, ve la riporto:

1/2 kilo di cipolline tenute a lungo in acqua fredda e sfogliate fino al cuore.
Sciogliere in padella 50 grammi di burro e prima che imbrunisca aggiungere le cipolline, un cucchiaio di zucchero, 2 cucchiai di aceto di vino bianco, sale e pepe. Lasciar cuocere a fiamma bassa per una ventina di minuti facendo asciugare l'intingolo quasi completamente.

Stappata un' altra bottiglia di Montefalco ci gustiamo lentamente queste delizie, assaporando ogni diverso elemento e le varie combinazioni di sapori. Sono in preda allo stupore come Alice nel Paese delle Meraviglie.
Divorato tutto, compreso ciambellone e piccole uova di cioccolata extra-fondente, io e Mister R crolliamo sul divano, poi sul letto, poi ancora sul divano per il resto del pomeriggio.
Giunta la sera, dopo un thè alla menta ben ossigenato e la lunga serie di ringraziamenti per i nostri eccellenti ospiti, ce ne andiamo a vedere il film del mio maestro Tim Burton, con tanto di occhialetto 3D.


Una domenica fantastica che si concluderà con l'immancabile coppia di vodka tonic e un grande punto interrogativo nel cervello: qualcuno sa dirmi perchè un corvo assomiglia a una scrivania?

Boccadirosa

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