A quei navigatori ai quali non dovesse piacere la pizza, consiglio di non andare oltre nella lettura di questo post, perchè ogni parola sarà spesa per celebrare il meraviglioso italico alimento e quelli che, in modo straordinario, ne sanno esaltare le qualità e le potenzialità. E’ un post “di parte” perché la Gatta Mangiona è una delle pochissime pizzerie romane che fa della ricerca e della passione per questo tipo di ristorazione il suo grande punto di forza e ne siamo grati.
Navigatori miei, in questo non ci si improvvisa: ci vuole tanta dedizione e un pizzico di sana ossessivo-compulsività (passatemi il termine)
Navigatori miei, in questo non ci si improvvisa: ci vuole tanta dedizione e un pizzico di sana ossessivo-compulsività (passatemi il termine)
Procediamo con ordine
È pomeriggio dell’unico giorno libero che io e Mister R abbiamo in comune. Tra le altre cose lo passiamo a scorrere l’elenco dei posti dove andare a cena. Ci basiamo su semplici parametri che vanno dalla chiusura settimanale all’investimento medio che vogliamo fare, passando per quello di cui abbiamo voglia.
Boccadirosa vorrebbe pizza, Mister R meno, quindi scegliamo un posto a “botta sicura” che soddisfi entrambi. La Gatta risponde perfettamente ai criteri selettivi di questa domenica sera perciò montiamo in macchina alla volta di Monte Verde, zona Piazza S. Giovanni di Dio.Via Ozanam parte proprio da quella piazza: cominciata la discesa trovate il locale poco dopo sulla destra.
L’ambiente è come deve essere: chiassoso, affollatissimo, pieno di famiglie, coppie e gruppi di amici. E’ una pizzeria in piena regola con tutto quello che questo comporta.
Giancarlo, uno dei proprietari, si aggira tra i tavoli ascoltando i clienti, consigliandoli sulle birre (lui ne sa), sul vino e sui piatti del giorno. Ci accoglie sorridendo e ci fa accomodare ad uno degli ultimi tavoli liberi al centro della sala. Non sono neanche le otto e venti di sera (consiglio sempre la prenotazione).
Conto le ragazze che servono in sala: sono sette, questo rende il servizio snello ed efficiente.
Alla Gatta Mangiona non devi mai dimenticare di leggere le lavagne esposte in sala. E’ qui che Giancarlo segna ogni giorno le novità che propone e per esperienza diretta ci si deve assolutamente fidare. La carta è comunque talmente ricca che per scegliere tra sfizi, primi, secondi, fritti, pizze, crostini, calzoni e dolci si potrebbe tranquillamente passare una mezz’ora.
Io e Mister R andiamo pazzi per i supplì. Stavolta ne scegliamo di due tipi: amatriciana e asparagi e zafferano. La cosa meravigliosa di questi piccoli bofonchiotti fritti è che subito dopo la crosticina croccante il palato entra in contatto con un vero e proprio risotto cucinato ad arte. La consistenza è fenomenale e il gusto inarrivabile. Giancarlo ha milioni di piccoli segreti per la produzione di queste opere d’arte mignon: dalla cottura del riso al modo per rendere perfetto il condimento. Non mancate di provarne quanti più il vostro stomaco vi conceda.
Ordiniamo poi dei carciofi fritti e un tortino di pappa al pomodoro e baccalà: la frittura dei carciofi è fatta con la sola farina che rimane bianca, asciutta e fragrante, il tortino è la quintessenza del pane e pomodoro con un velo bianco di pesce macerato al basilico. Eccellente.
Da bere abbiamo scelto una birra prodotta da un mastro birraio danese, molto amara e dissetante.
Tra le pizze segnate sulla lavagna scelgo la Fumo Verde: mozzarella di bufala affumicata, zucchine saltate e speck di Dobbiaco. Per Mister R la pasta del giorno: tonnarelli del pastore con ricotta, pecorino, pepe e pancetta.
La pizza della Gatta è fatta con un impasto lievitato per quarantotto ore con lievito madre. E’ leggera e digeribile. La consistenza è di quelle importanti in bocca, ne troppo sottile, ne troppo moscia, ne troppo invadente. Su questa base gli elementi sono disposti con cura a seconda delle diverse peculiarità in modo che leghino armoniosamente tra loro. Il risultato finale è frutto diretto di una grande amore per questa pietanza, e si sente. E’ come, a parer loro, la pizza dovrebbe essere (citando Mister R).
Anche il tonnarello non delude, ma io sono completamente rapita dalla mia Fumo Verde per prestarvi attenzione.
Terminiamo il pasto senza riuscire a finire quel che abbiamo nei piatti: i sapori sono avvolgenti e le quantità illustri, per una volta cediamo.
Il conto? Sui 45 euro, spesi davvero bene.
Lasciamo la Gatta molto soddisfatti con la promessa di tornare presto per spulciare altre delizie da lavagne e menù. In cuor mio spero che questo tempo non si dilati troppo.
Boccadirosa
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