E' avvenuto qui il mio battesimo con la cucina piemontese, ai tavoli de LALIBERA, ristorante dall'arredo minimal-giapponese nel centro di Alba, reginetta delle langhe.
Io e Mr R ci accomodiamo in un salottino con quattro tavoli, oltre noi ci sono due coppie di ragazzi e un rumoroso gruppo di inglesi alle prese col Dolcetto. Il servizio è sollecito, un pò impostato, formalmente gentile. Ordiniamo un Barolo preceduto da due bicchieri di bianco: Roero Arneis di Matteo Correggia. L'incontro con questo elegante vino è per me una bellissima scoperta: sentori di legno e profumi intensi che ora riposano sul mobile del microloft romano chiusi in sei (già quatro) bottiglie firmate Fenocchio. Il Barolo invece è lui, l'Ernest Hamingway dei vini: tabacco, foglie e terra, uniti in un gusto deciso, speziato, severissimo all'inizio e poi morbido, man mano che prende confidenza. Mi ricorda qualcuno.
La carta è ricca di possibili desideri: Crudo di fassone piemontese o di Pesce spada leggermente affumicato, Tortino di parmigiano, luvertin e uovo di quaglia, Capesante scottate con minestrone di verdure primaverili, Anguilla in carpione di aceto rosso e le nostre scelte per l'antipasto: Cotechino lesso con carciofi stufati e la Tradizione (una ensemble di peperoni ripieni, vitello tonnato, crudo di fassone e insalata russa)
Non ho mai saputo apprezzare il cotechino, lo confesso, ma questo, navigatori, era eccellente. Morbido, sapientemente insaporito, perfettamente incastrato al gusto inconfondibile dei carciofi, ottimi anche loro.
La Tradizione invece mi ha un pò deluso. Tranne la carne cruda di Fassone, il resto non aveva niente di veramente eccitante.
Poi i primi: dalla carta ordiniamo Tajarin al coltello con ragout di vitello e Agnolotti del "plin" al sugo d'arrosto. C'erano anche: Maltagliati di pasta fresca al sugo di spugnole e ragusano, Lasagnetta di asparagi e burrata, Spaghetti di gragnano con seppie e broccoli, Ravioli ai tre arrosti in brodo di cappone.
Dunque. Buoni eh, navigatori, intendiamoci. Solo che non tutto era equilibrato come piace a me. Certo "oggettivo" e "soggettivo" in quanto a cibo sono parametri che rischiamo di confondere spesso, ma ritengo che entrambe le pietanze potevano essere più accattivanti, magari con sapori più decisi, separati. In ogni caso è stata la prima di una lunga serie di incontri con i vari plin e Tajarin e non sono stati di certo questi i due più buoni che io abbia assaggiato in Piemonte.
Scamone di vitella ai capperi di pantelleria, Piccione disossato all'aglio e rosmarino, Trippa alle verdurine gratinata ai pistacchi di bronte, Lesso di scaramella con verdurine, Finanziaria, Trancio di cernia scottata con coste bianche. Per noi Lesso e Trippa come secondo.
A Mr R la trippa è piaciuta. Voglio dire, non è impazzito di gioia, non è saltato giù dalla sedia urlando, non si è strappato i vestiti correndo nudo per le strade di Alba, ma è cmq rimasto mediamente soddisfatto. Il bollito era di qualità ottima (come tutte le materie prime a LALIBERA), così le verdurine, ma le salse che accompagnavano questo piatto non mi sono piaciute neanche un pò. Non si può avere tutto.
Concludiamo il pasto con un ottima panna cotta e fragole
Per finire, navigatori, il siparietto delle ossessioni. Ognuno ha le sue, io ho scoperto che fotografare (male) i bagni di ristoranti e locali, importanti o bettole che siano, è la mia. Siate compassionevoli.
Ci alziamo dal tavolo lasciando 150€ agli eleganti formalotti dello staff, senza troppo entusiasmo ma decisamente sazi.
Il battesimo è andato bene, io e Mr R abbiamo parlato tutto il tempo di cibo (buon segno) e la visita al ristorante di Alba ci ha lasciato tanta voglia di continuare a scoprire le meraviglie gastronomiche di questa splendida regione.
Restate sintonizzati, navigatori, ne vedrete delle belle.
Restate sintonizzati, navigatori, ne vedrete delle belle.
Boccadirosa