Navigatori,
quello a cui state per assistere va fruito con un certo distacco. Non leggete se siete deboli di cuore, non proseguite se avete ancora una qualche morale e, soprattutto, non provate a rifarlo a casa. Ho volontariamente diviso il racconto di quanto è avvenuto quella egocentrica domenica in due parti. La prima è la recensione del ristorante: L'Oste della Bon'ora, Via Vittorio Veneto 133, Grottaferrata (RM), la seconda è un odissea vissuta da me e dai miei compagni di viaggio attraverso un inferno di bottiglie in cui ci siamo trovati per caso, ma non voglio anticiparvi null'altro. Procedo nel racconto, sentitevi liberi di cliccare altrove in ogni momento...
Sembrava un tranquillo giorno di riposo, uno dei tanti del calendario. C'era un progetto, un'idea da seguire, ma nessuno di noi si sarebbe aspettato di vivere uno dei magnifici sette tra i più controversi delle nostre storie.
Ma cominciamo con ordine, ci sono dei personaggi da presentare:
La Violetta: donzella silenziosa, intelligente, riflessiva, così chiamata per l'ombretto viola acceso sugli occhi. Violetta è una vera gourmet, una cercatrice. Non ti sommerge di opinioni in chiacchiera ma i suoi appunti sono precisi e azzeccati.
Il Tronco: il nome se lo porta dai tempi del liceo, non ho memorizzato il motivo, la prossima volta che lo vedo chiederò spiegazioni. E' il marito di Violetta, anche lui uno sfrenato amante dei piaceri della tavola con un'attenzione particolare al vino e patito del biodinamico, avrei scoperto poi.
Avevo già conosciuto questa coppia ma, e ve lo giuro, non avrei mai pensato che rappresentassero un innesto tanto pericoloso con Boccadirosa e Mr R. Come disse qualcuno: la supposizione è la madre di tutte le ca#!!°te.
Ci troviamo in piazza a Grottaferrata per una gita fuori porta. Il nostro obbiettivo oggi è l'Oste della Bon'ora di Marialuisa e Massimo. Siamo sulla via che va verso Marino, l'insegna ci appare sulla destra. Io e Mr R cavalchiamo il fidato motorino, i nostri amici ci aspettano in macchina. Il locale è inserito in un bellissimo casaletto con parcheggio interno. Nonostante il tempo non sia generoso (e quando mai), ci sistemiamo sotto un gazebo di tende bianche subito fuori dall'ingresso del locale. Dentro ci sono due festose comunioni.
La premessa che voglio fare è questa: l'Oste è un locale a conduzione familiare, in cucina c'è Marialuisa, moglie di Massimo. I due bravissimi e preparati figli lavorano in sala e lo fanno con passione, cercando di star dietro al chiassoso padre che, lasciatemelo dire, il suo lavoro di Oste lo sa fare ad arte. Tutti e quattro sprigionano amore per il mondo della ristorazione da ogni centimetro di pelle, dagli sguardi, dal modo in cui parlano e trovo che il lavoro che stiano facendo sia eccezionale. Io non posso non considerare che questa famiglia ieri (1°Maggio) ha lavorato a spron battuto e che oggi sono a corto di materia prima e con due comunioni da gestire. La signora è stanca, i ragazzi pure, il padre non ne parliamo. SI' LO SO che non si fa, che quello che si mangia va giudicato per come arriva in bocca nel momento in cui lo mangi, ma è vero anche che io, Boccadirosa, non sono un critico e quindi queste considerazioni le voglio fare e il motivo c'è: in questo locale sono stata benissimo e voglio tornarci, anche se alcune delle portate non erano all'altezza delle nostre aspettative. Ecco, l'ho detto.
Cosa abbiamo bevuto:
p.s. cliccare per ingrandire le foto
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L'ultima bottiglia a destra è una Malvasia dei vitigni della zona di Pomezia, il vino della casa dell'Oste, assolutamente beverino. Le altre sono già note ai più e per ottime ragioni: Trebbiano di Valentini '05 e Barbaresco '99. L'Oste ci costringe invita calorosamente a provare il menù degustazione ed è difficile dire di no a questo omone intraprendente, quindi nonostante io non sia una sostenitrice delle mini porzioni da scambiare, ci siamo lasciati coinvolgere nel percorso obbligato, ordinando poi tutti i secondi della carta. Prima gli antipasti (maddai, anche qui!):
Carcotto e Vellutata di zucchine con pancetta
poi i primi:
Ravioli e Gnocchi alla Carbonara, Fettuccine alla A'matriciana in Cornucopia
...e la lunga lista dei secondi:
Fegatini e Trippa
Abbacchio alla Cacciatora e Pollo coi peperoni
Guancia brasata e Maialino al forno
Dopo aver assaggiato, scambiato, passato e riassaggiato, queste le opinioni sul pranzo all'Oste, devo dire piuttosto condivise da parte del gruppo: la vellutata non è molto saporita, ottimo invece il carcotto. La carbonara è buona ma non è una carbonara, l'Amatriciana non è una Amatriciana e non è neanche particolarmente buona. Ma la pasta fatta in casa invece è buona, soprattutto ravioli e gnocchi. I secondi non ottengono un gran successo a parte il maiale. Il condimento dei fegatelli è eccellente ma i fegatelli sono troppo grandi e troppo cotti. Il pollo è poco saporito, l'abbacchio invece è saporito ma il condimento non è chiaro, misterioso. La trippa non piace e Boccadirosa non sa giudicarla, non l'ha mai saputa apprezzare.
Nonostante il già considerevole numero di pietanze assaggiate, decidiamo di non farci sfuggire il dolce, non si sa mai, dovessimo morire di fame:
Charlotte di mele e Crema Marialuisa
...e qui navigatori miei, finalmente, ci siamo. I dolci sono eccellenti. Come il Tronco ci ha fatto notare, in entrambi i dolci non si sente molto la farina e c'è spazio per il sapore dei tuorli d'uovo "di ottima qualità", aggiunge Mr R.
Siamo soddisfatti. Ci alziamo da tavola senza prendere caffè ne amari, siamo intenzionati a raggiungere un posto in zona per sederci ancora e dedicarci agli sfizi del dopo pranzo (e qui dovrebbe partire una colonna sonora un pò inquietante, alla "Rosmary's Baby", che annunci l'imminente disastro... partita?).
A pagare è stato Mr R all'insaputa di tutti, non so dirvi quindi a quanto ammonti il conto. I menù degustazione (antipasti e primi, vino escluso), sono costati €35 a testa, così diceva la carta, il resto dovrò un giorno scardinarlo dal silenzio di Mr R . Prima di lasciare il locale io e Violetta facciamo una capatina nei bagni del casale e scopriamo che qui i servizi sono migliori che al de Russie: nella toilette delle donne ci sono saponi, profumi, deodoranti e collant a disposizione, l'arredamento è adorabile, la pulizia impeccabile. Ve li mostro:
Raggiungiamo ognuno il rispettivo mezzo di trasporto. Io, Boccadirosa, ho proposto la tappa successiva (chiedo scusa a tutti) e con Mr R facciamo strada ai nostri compagni d'armi. Intanto le prime gocce cominciano a cadere: è il preludio di un temporale che di lì a poco ci costringerà a prolungare la permanenza ai Castelli romani, terra di folletti e streghe, di incantesimi e avvistamenti alieni, di salite che vanno in discesa e discese che invece salgono e di innocui Hotel dove per magia e senza preavviso alcuno, il tuo tranquillo pomeriggio si trasforma in una lunga discesa negli abissi del gusto vizio.
continua qui...
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