Nel titolo c'è un errore anzi, un piccolo inganno.
Non si tratta realmente di frittelle nella loro accezione più comune, ovvero la pasta del pane fritta, bensì di calzoni. Solo che mia nonna, nonna Nina di Canosa, li ha sempre chiamati frittelle, quindi per i figli e per noi nipoti questo piatto si chiama e si chiamerà per sempre così: le frittelle di Nonna Nina, chiuso l'argomento.
Scriverò la ricetta copiando fedelmente da un foglio di carta color seppia che avrà almeno vent'anni e che è stato scritto da mia madre mentre mia nonna dettava dall'altra parte del telefono.
Frittelle (calzoni) mamma X8
1 Kg farina
3/4 lievito
1 bicchiere d'olio
sale - acqua calda
farina - olio - lievito - sale - acqua - si impasta e si lavora, si fanno tante palline, col matterello si spianano e si riempiono di prezzemolo formaggio pomodoro - per chiudere i panzerotti spennellare con acqua e premere - friggere
Proprio così, ma facciamo un passo indietro.
E' domenica, come spesso accade, e stavolta cucino io. Mister R si è accomodato su una sedia del lato "soggiorno" del microloft e mi guarda divertito come si guardano i bambini alla recita della scuola.
Ho già fatto la spesa e ho sistemato gli ingredienti tutto intorno a me: una mis-en-place che farebbe rabbrividire qualsiasi Chef.
Sul tavolo di legno rovescio un kg di farina, al centro faccio un buco con la mano e verso l'olio, l'acqua calda nella quale ho sciolto il lievito e un pò di sale, esattamente come faceva lei, quel portento di nonna. Ho fatto attenzione al bicchiere per misurare l'olio perchè quelli che oggi compriamo spesso basterebbero a dissetare un cammello. Ho preso un bicchiere piccolino che ricorda la misura di quelli usati tanti anni fa. Comincio ad impastare arginando il liquido che fuoriesce dappertutto e come per miracolo, dopo qualche minuto, la pasta prende forma. A questo punto la lavoro per almeno una mezz'ora affaticandomi non poco ma godendo della sensazione della pasta tra le mie mani. Divido l'impasto in tante palline grosse come un pugno chiuso e le spiano con il matterello formando dei dischi ellittici non troppo sottili. Prendo l'olio e ne metto un pochino su ogni disco, poi aggiungo una caciotta saporita tagliata a cubetti, del prezzemolo, i pomodori pelati strizzati e il sale. Con il dito passo un pò di acqua calda sul bordo e chiudo le frittelle per bene, altrimenti in fase di frittura succede un quarantotto.
Mister R a questo punto si alza dalla sedia e si occupa della cottura, immergendo nell'olio bollente per almeno sette/otto minuti ciascun calzone, fino a farlo dorare per bene.
Sono pronti.
A lato ho pensato all'insalata più fresca che mi venisse in mente e ho scelto finocchi, arance e olive nere al forno, condita con olio sale e pepe.
Da bere, sempre con l'idea di qualcosa che rinfreschi, abbiamo champagne: Vincent Bliard Brut
Ed ecco pronto il mio pranzo domenicale.
Le opinioni di Mister R: la pasta andava tirata ancora un pò per rendere più leggere le frittelle, il formaggio (una qualsiasi caciotta presa al GS) doveva essere molto più saporito e forse c'è troppo prezzemolo. Però la pasta è ottima e il risultato finale è comunque molto buono, stiamo parlando del famoso pelo nell'uovo (di Paolo Parisi, si intende).
Per Boccadirosa questo piatto è soprattutto un salto nel passato. Il suo sapore evoca il ricordo delle domeniche più gioiose, quelle in cui noi cugini correvamo da una parte all'altra della casa dei nonni tutti eccitati per quello che stava succedendo in cucina. In questo ricordo c'è Nina già bianca di capelli con un sorriso dolcissimo sempre incastrato nel volto, piegata sul tagliere ad impastare mentre le figlie aiutano, guardano e imparano il segreto dei bofonchiotti dorati. Che meraviglia.
Mangiamo un bel pò di frittelle e dopo un lungo riposino pomeridiano ce ne andiamo al cinema a vedere Shutter Island. Tornati a casa spazzoliamo le frittelle avanzate e non paghi, con pasta, pomodoro e formaggio rimasti, facciamo pure un pò di pizza.
Amo la domenica.
A presto, navigatori
Boccadirosa
bdr, ma solo cosi', per sapere, hai usato il lievito chimico o il lievito di birra?
RispondiEliminaquello di birra. Me ne sono pure bevuta una mentre cucinavo, di birra intendo...
RispondiEliminauffa non vale sai quant'è che non mangio le tue frittelle... e le patate pasticciate?
RispondiEliminac'ho la lacrimuccia e m'e' venuto un raptus di fame mostruoso.
RispondiEliminaComunque mica puoi fa le frittelle senza dire nulla!
Ma perche' non l'ho mai fatte? mah!
Forse perche' so che finirei all'ospedale dopo essermene divorato una quantita' da esercito.